Un paesino di provincia sulla costa scozzese, una libreria dell’usato di centomila volumi e un libraio burbero. Il mix perfetto per descrivere Una vita da libraio, il primo (e forse unico) romanzo autobiografico del proprietario del The Book Shop, Shaun Bythell (Einaudi).

Partendo da delle piccole note di diario, in cui Bythell segna l’andamento della propria attività, dai guadagni al numero di ordini on-line, Una vita da libraio dipinge una Wigtown pittoresca e la sua esperienza di venditore di libri usati e non.

Una riflessione ironica

Una vita da libraio non si può considerare propriamente un romanzo. Invece, è una raccolta di situazioni a tratti ironiche, a tratti teneramente amare, che si susseguono davanti agli occhi del libraio, moderno confessore e osservatore dell’umanità.

Bythell, nel raccontare la sua esperienza, si ritrova a condividere osservazioni pungenti, argute e a tratti antipatiche sul “lettore tipo”. Le vittime designate: amante dei libri (non acquirente), ricercatore di volumi introvabili, compratore on-line, coloro che si disfanno dei libri dei defunti. Il risultato, è un quadro agrodolce della vita di un libraio, che chiaramente preferirebbe restare chiuso con i suoi centomila volumi, piuttosto che avere a che fare con la clientela variegata e insolita.

Nonostante le note burbere, The Book shop è una libreria carica di iniziative per attirare l’attenzione: un importante festival letterario nato in seno alla libreria stessa, un circolo dei lettori, concorsi on-line… Tutto va a rimarcare l’incredibile ambiguità delle librerie: non solo negozi, ma centri d’aggregazione e laboratori di cultura.

L’ultima resistenza

Una vita da libraio è anche la storia di una resistenza: quella delle librerie fisiche e del loro ruolo sociale. Tra le vicende personali e l’incrociarsi degli strampalati clienti, Bythell mostra una tenacia e un rammarico per la trasformazione dell’oggetto libro (da opera d’arte di impaginazione, telaio e struttura, a oggetto dozzinale e commerciale) e del mondo editoriale.

Scatena, volenti o nolenti, una riflessione sul proprio modo di essere lettori, su come questo influisca sull’andamento del mercato e su tutte le volte che abbiamo rinunciato all’acquisto di un volume, perché “troppo caro”, senza dare il giusto valore alla storicità dell’esemplare, del lavoro dietro e della storia.

Tanti libri, tante storie

Centomila volumi, ma anche tante storie: dei clienti, dei lavoratori all’interno del The Book Shop, dei venditori di libri usati. Una vita da librario, uscendo dal proposito del narratore di limitarsi a una cronaca, è un racconto corale, pieno di eccentricità e di umanità.

Tra una risata e un sorriso più amaro, tra una battuta mendace e un venerdì del ghiottone, Una vita da libraio è una lettura piacevole, delicata e pronta a far innamorare (se non lo si è già) dei libri.