Cos’è la landa? E come mai i bambini che vi entrano non fanno ritorno?

La mia paura della nebbia affonda le radici in questo capitolo, per quanto si sia radicata successivamente. Ricordo con chiarezza l’immagine della “landa”: vasta, desolata, priva di protezioni.

Difatti, i giovani Rammentatori, i pagliacci e Testa Rossa si ritrovano, per la prima volta, completamente senza difese. In una splendida metafora della crescita, in cui i genitori possono solo avvisare del pericolo, ma non impedirti di affrontarlo, Alberto Manzi mostra come non faccia paura tanto una fitta foresta, quanto uno spazio aperto in cui perfino la natura diviene nemica.

Ciò nonostante, sono le fate a soccorrere i bambini. Le fate, che muoiono quando si indossano i pantaloni lunghi perché “stringono la cinghia”. Le fate, che costruiscono attorno ai fanciulli svenuti una casa di ghiaccio, in una fretta parodia della casetta di Moira in Peter Pan nei giardini di Kensington. Segno, che l’unica cosa che può salvarci dal vasto mondo, è un ritorno all’infanzia, all’incredulità sincera davanti al meraviglioso e al fantastico.