Vi volevamo parlare da tempo di Ragazzo italiano di Gian Arturo Ferrari (Feltrinelli), e la sua selezione nella cinquina (che in realtà è una sestina) del Premio Strega 2020 ci è sembrata l’occasione perfetta.
Ragazzo italiano è stato proposto dalla scrittrice Margaret Mazzantini al Premio Strega 2020. La scrittrice vinse l’ambito Premio nel 2002, con il romanzo Non ti muovere, speriamo che questo evento possa essere di buon auspicio per Gian Arturo Ferrari:
Ragazzo italiano è un libro scritto con uno spirito fanciullesco, nel senso più nobile del termine. Per me avrebbe potuto intitolarsi anche “Giovane”.
[…]
L’autore
Gian Arturo Ferrari ha alle spalle una grande carriera nel dietro le quinte dell’editoria italiana.
Da prima professore di Storia del pensiero scientifico all’Università di Pavia e poi con Edgardo Macorini si è occupato dell’EST Mondadori, e poi è stato collaboratore di Paolo Boringhieri.
Editor della Saggistica Mondadori e direttore della Rizzoli Libri, è stato inoltre presidente del Centro per il libro e la lettura.
Data la sua immensa esperienza pubblica nel 2014 un saggio, dal titolo Libro incentrato su cosa sia oggi un libro e su quale spazio avrà in futuro, un approccio storico e filosofico all’oggetto libro.

Ragazzo italiano
Come abbiamo precedentemente detto Gian Arturo Ferrari ha una grande esperienza nel campo dell’editoria come professionista, e oggi ci sorprende pubblicando il suo primo romanzo.
Ragazzo italiano è un esordio che affronta una storia personale e allo stesso tempo attraversa La Storia, quella universale, quella che ci riguarda tutti.
Ragazzo italiano è una storia individuale, ma come ogni storia individuale rispecchia una storia collettiva. In questo caso la storia collettiva è più di ogni altra la storia dell’Italia del dopoguerra.
Il romanzo è strutturato in tre parti distinte, ma comunicanti.
Il bambino;
Il ragazzino;
Il ragazzo.
Ninni è un bambino.
Uno di quelli nati nel secondo dopo guerra, in un Italia difficile, quando i tempi erano talmente diversi dai nostri che oggi non potremmo neanche lontanamente immaginare le emozioni e le difficoltà con i conseguenti risvolti psicologici che queste potevano avere, soprattutto sui bambini.
Nell’Italia di allora le divisioni in classi sociali erano estremante dure, chiare. La gente, solo camminando per strada, sapeva a che ceto apparteneva, dove era collocata nella scala sociale, a quale nicchia, a colpo d’occhio.
Ragazzo italiano è dunque un racconto di crescita, vediamo il protagonista crescere, maturare in un ambiente da prima povero e difficile e poi in movimento, frenetico.
Ragazzo italiano: gli elementi ricorrenti
I luoghi
Se il romanzo si sviluppa sulla struttura delle tre parti questo numero ritorna anche per un altro aspetto fondamentale: i luoghi.
I luoghi rappresentano i diversi momenti della vita di Ninni, ma sono anche rappresentazione dei cambiamenti del lavoro, della vita e della società.
Querciano, in Emilia rappresenta un ambiente campestre, in cui la società è basata sulla coltivazione, un posto in cui i luoghi sono terreno di scontro tra padroni e contadini.
Zanegrate, paese d’origine del padre di Ninni, dove le classi sociali sono ben divise e la vita è aspramente dura.
Milano, luogo ultimo, definitivo, in cui Ninni cresce, matura e addirittura cambia nome. Milano, città in continuo movimento, rappresenta la modernità, la novità, il boom economico, il benessere e la conoscenza.
La scuola
Punto centrale del libro, o meglio del percorso di Ninni e la scuola, la formazione.
L’insegnamento è cosa già conosciuta per Ninni, sua madre a sua nonna sono insegnanti.
Così la scuola è sempre il punto di riferimento in cui Ninni vede il mezzo per emergere, un mezzo che sente necessario per distinguersi e soprattutto per crescere, per maturare.
In questo contesto sono fondamentali gli insegnanti, rappresentanti dei tempi che cambiano vengono descritti come punto di contatto tra il sapere e il bambino, il ragazzo. Uomini e donne con le loro macchie, ma anche con i loro lungimiranti insegnamenti.
L’ambiente familiare
In questo romanzo ai personaggi femminili viene riconosciuto uno spazio centrale. Ninni cresce tra due figure dominanti, la madre e la nonna, che se ne occuperanno e lo educheranno.
Le due sono entrambe insegnanti infatti si preoccuperanno di seguirlo negli studi fino quasi al controllo ossessivo.
Le donne faranno da contrappeso al padre, che essendo un uomo duro, apparentemente privo di sentimenti, avrà nei confronti di Ninni quasi sempre un pregiudizio negativo.
A chi si stia chiedendo se il romanzo sia autobiografico
No questa non è un autobiografia, e non è neanche un libro che prende ispirazione dalla vita dell’autore.
Certo è possibile che, come ogni autore, Ferrari abbia attinto alla propria esperienza.
Effettivamente lui, nato nel 1944 può essere considerato coetaneo di Ninni e quindi sarà stato sicuramente necessaria la sua conoscenza della vita e della storia che ha vissuto.
Tutta la sapienza dell’autore come uomo viene distillata e messa al servizio di un romanzo di formazione. Leggendo questo romanzo la mente non può che volare al pensiero dei grandi classici.
Per me questo romanzo entra di diritto nella lista di quei titoli da leggere assolutamente.
Ragazzo italiano non è un’autobiografia, nulla di quello che è raccontato nel libro è stato fattualmente vero, ma è contemporaneamente tutto vero, nel senso che è esattamente come succede con la letteratura che costruisce una realtà ricavandola dalla realtà effettiva.
Le citazioni di Gian Arturo Ferrari presenti in questo articolo sono state estrapolate da questa intervista.
- Chiara
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