Il libro del mese di giugno è Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop.
Lo abbiamo scelto perché trasportati dal sentimento che vogliamo manifestare di vicinanza e solidarietà per la comunità LGBTQ.

Il nostro impegno è partito dal primo giugno, e abbiamo dedicato l’intero mese a questo tema con la nostra rubrica Rainbow papers, che vanta anche la collaborazione di alcuni bravissimi ospiti, vi invitiamo ad andare a vedere tutti gli incontri sul nostro profilo Instagram.

Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop

Fannie Flagg pubblica nel 1987 Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop, pubblicato in Italia da BUR è diventato un libro di successo.
Il libro ha avuto talmente tanto successo da ispirare l’omonimo film del 1991 per la regia di Jon Avnet.

Questo il trailer del film

Siamo negli anni trenta in Alabama, dove si concentra l’odio e il disprezzo che i bianchi manifestano verso la popolazione afroamericana.
Il romanzo narrando le vicende di tanti personaggi diversi rappresenta una chiara dichiarazione contro il razzismo, il maschilismo e l’omofobia.

Il tema principale è quello del razzismo che è affrontato in maniera estremamente sensibile.
Viene messa in luce la condizione discriminante che la popolazione afroamericana ha subito, e che purtroppo ancora oggi rappresenta una grave piaga sociale.

Noi abbiamo già parlato di questi importanti temi, ad esempio quando vi abbiamo raccontato di Friday black, oppure anche quando abbiamo parlato de Il buio oltre la siepe, anche questo ambientato in Alabama.

Questo è un libro che parla di coraggio

Il coraggio è il vero moto che muove le azioni e i sentimenti delle protagoniste, Idgie e Ruth.
Le due ragazze aprono un locale, il classico caffè luogo di ritrovo degli abitanti delle sperdute cittadine americane.  

Idgie e Ruth si oppongono al razzismo che si manifesta con atti di violenza e ingiustizia, al maschilismo che vede la donna succube dell’uomo.

L’omosessualità è un altro tema determinante, in particolare la relazione tra le due protagoniste esprime un grande sentimento d’amore.

Idgie e Ruth rappresentano il coraggio in prima persona, ed è proprio questo l’elemento che ci ha convinti che questo fosse il nostro libro del mese.

Chiara Orfini

Pomodori verdi fritti, un Caffè e tante memorie

Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop è una di quelle letture frammentarie. Tanti personaggi, tante storie, un solo filo conduttore: la famiglia Threadgoode, i cui membri sono noti nel paese dell’Alabama per essere incredibilmente accoglienti, generosi e gentili.

Protagonista assoluta della storia, Idgie Threadgoode, elemento che comincia sin da ragazza a rifiutare il ruolo di genere imposto dalla società e che, insolitamente (siamo negli anni ’20 del Novecento) viene spronata dalla famiglia a vivere il suo amore – doloroso e appassionato – con la dolcissima Ruth Jamison.

Tra razzismo, femminismo e l’importanza dell’autodeterminazione

Nell’intero libro, si intrecciano storie di disabilità, di razzismo, di donne succubi e donne ribelli. L’autrice sfrutta la storia d’amore di Ruth e Idgie, per raccontarne una più grande: quella dell’America del Novecento e delle metamorfosi e criticità che la caratterizzano.

Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop diventa così un libro-cronaca, un racconto frammentario attraverso bollettini, racconti di anziane durante le visite, piccole memorie di una comunità che, sebbene non sopravviva allo scorrere del tempo e alla modernità, continua a vivere nei cuori dei suoi abitanti, ormai trasferitesi.

Ed è questo che premia un racconto pieno di salti temporali, a volte confuso: una linearità interna, una capacità dell’autrice di rappresentare la vita dei piccoli centri senza porre in evidenza solo i lati negativi, ma il grande senso di comunità che regna in essi. Letteralmente, Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop è una splendida fotografia del suo tempo, dell’America e dell’intera umanità.

Non commuove, ma fa sorridere. Di piacere, di gioia, anche di rabbia giusta. E insegna, fino alla fine, che l’umanità può dare anche il meglio di sé.

Giulia Manzi