Pioggia sul viso, esordio di Natsuo Kirino (edito Neri Pozza nella collana Beat Edizioni), comincia con una domanda: che fine ha fatto la scrittrice Yoko? Murano Miro, la protagonista, nonché amica e vicina di Yoko, cerca di rispondervi quando un uomo elegante e minaccioso fa irruzione nella sua casa. Scopre così che l’amica ha sottratto un’ingente cifra a un boss della Yakuza. Ma è davvero scomparsa con i soldi, o è successo altro? E cosa c’entra il nuovo libro della scrittrice?
In un percorso rocambolesco tra le vie di Tokyo, passando per i quartieri caratteristici di Shinjuku e Harajuku, Miro scoprirà che Yoko si è immischiata in qualcosa più grande di lei.
Pioggia sul viso: personaggi complessi
Natsuo Kirino riesce a coinvolgere il lettore capitolo dopo capitolo, con una narrazione incalzante e con tante sottotrame che si intrecciano verso un unico finale. Il lettore di Pioggia sul viso viene trascinato dalla ricerca di Miro, vuole scoprire con lei che fine ha fatto Yoko e se il rapporto tra le due è effettivamente stretto come sembra, o se è costellato di ombre. Viene da chiedersi quanto, in effettiva, si conoscono davvero le persone che ci sono vicine.
La protagonista Murano Miro non è un personaggio a cui è facile affezionarsi: ha un passato infelice, è vedova, ed entrare in empatia con lei diventa complesso, soprattutto quando vengono alla luce i trascorsi sulla sua vita matrimoniale. L’aspetto del libro meno convincente e che rivela ancora una certa ingenuità narrativa dell’autrice è proprio la relazione che Miro finisce con l’intraprendere, che non sembra necessaria ai fini di trama in quanto spezza la narrazione e il filo conduttore di Pioggia sul viso. L’aspetto romantico diviene troppo centrale, scalzando parzialmente il fulcro centrale: la ricerca di Yoko. Il peso si avverte meno grazie al carosello dei personaggi secondari, che non si rifanno ad archetipi prefatti ma vanno oltre, fino a sconfinare nella bizzarria.
La cultura nipponica tra le pagine
Natsuo Kirino, come autrice, ha sempre la grande abilità di porre in rilievo la società giapponese. Ma se Le quattro casalinghe di Tokyo mostrava il collasso delle famiglie e gli abusi, in Pioggia sul viso affronta il tema del razzismo in un modo interessante e originale. Parte, infatti, dalla Yakuza; la mafia giapponese viene mostrata al lettore attraverso aneddoti culturali e storici, con richiami alla mafia berlinese, sempre facendo capo alla figura di Yoko, la cui sparizione si avvolge in una rete ancora più fitta di mistero.
Non manca, come in altri testi successivi, il tema della sfera sessuale, stavolta mostrata al lettore attraverso la pratica del BDSM, sostenuta da una riflessione – forse poco originale – sulla linea tra luce e ombra, tra giusto e sbagliato.
Quello che ne viene fuori è la visione di una società controversa, stratificata e frustrante, dove la fuga sembra il solo spiraglio di libertà. Tra ambienti pittoreschi, contraddizioni, e relazioni, l’autrice regala un thriller avvincente in cui il vero protagonista è il Giappone stesso.
Nonostante il colpevole prevedibile – e la mancanza, avvertita, della penna più matura di Natsuo Kirino – il contesto riflessivo e accurato nel proporre le vicende rende la soluzione gradevole e appagante per gli appassionati del genere.
Elena Cavenaghi
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