Paura di volare è l’esordio di Erica Jong, di cui troviamo i suoi romanzi pubblicati in Italia da Bompiani.

Questo romanzo è stato pubblicato nel 1973 ed è stato considerato uno dei romanzi più moderni e di avanguardia per i temi trattati.

Spesso è stato classificato come un libro femminista, ma si è parlato anche di un romanzo erotico o ancora di un genere rosa.

Ma quanto possono essere lontane queste categorie tra di loro?
E poi, è giusto classificare in modo così netto un libro?

Un libro è molte cose, molte più della sua stessa classificazione all’interno di un genere, di un codice. Un libro può rappresentare diversi aspetti, può assumere l’utilità a scopi diversi.

Paura di volare ha lo scopo di sdoganare la figura femminile, riuscendo a mostrare la complessità di una mente, ma non solo in quanto femminile, ma in quanto umana.

Paura di volare: Le mille tematiche e il coraggio di affrontarle

È frequente riscontrare all’interno del romanzo riferimenti alla psicologia, e ai progressi che questa ha avuto nel corso del ventesimo secolo, vengono infatti citati a giudizio i padri della psicanalisi.

Ma non è solo la psicologia e la psicanalisi ad avere un posto d’onore tra i temi di questo romanzo infatti il romanzo toccherà temi come il ruolo della figura femminile e ciò che la società si aspetta dalla donna.

La protagonista Isadora Wing si trova di fronte ad una scelta, forse quella più scontata quando si parla di donne, confermare un matrimonio che in quanto tale offre almeno l’idea di sicurezza o cedere all’evasione di una appassionante storia d’amore in viaggio per il mondo?

La soluzione non può essere così scontata e con questi elementi sul tavolo l’autrice è capace di mettere in scena una complessità dei personaggi, soprattutto quello della protagonista in cui questa appare come una donna in carriera, affermata dal punto di vista lavorativo.

Il matrimonio è tema di riflessioni, attraverso le parole della protagonista l’autrice si domanda quale sia il ruolo che la società si aspetta da una donna, se veramente ci sia un ruolo da interpretare e se quindi la libertà sia limitata.

Tanti i dubbi, i ripensamenti, le riflessioni, ma la protagonista arriverà a prendere coscienza della propria condizione, fino a distaccarsi dalle costrizioni che la attanagliano.

Il matrimonio con il marito potrebbe essere descritto così: un rapporto basato su sentimenti di rispetto e libertà che l’uno dona all’altra. Ma anche se il comportamento elegante, compito e mai scadente del marito possa apparire perfetto sfiorandone la freddezza, Isadora si sente incompresa, da tempo non amata, perfino non considerata.

Paura di volare: Una percorso di consapevolezza

Una conferenza sulla psicoanalisi a Vienna sarà il pretesto con il quale Isadora conoscerà il disturbatore della sua esistenza, quell’uomo capace di farla dubitare del suo benessere all’interno di un matrimonio asettico, fino a sedurla per convincerla ad abbandonare le sicurezze raggiunte grazie al matrimonio.

Isadora dovrà scegliere, confermare la situazione di una vita sicura all’interno di una bella casa, con una vita programmata oppure una vita di passione, decisa giorno per giorno?

È un percorso di crescita psicologica, individuale, ma anche universale in quanto rappresentazione del genere femminile, quello compiuto dalla protagonista di Paura di volare.

Già tra i primi capitoli la vediamo porsi profonde riflessioni come:

Avevamo altre cose a cui pensare oltre agli uomini; avevamo il lavoro, i viaggi, gli amici. E allora perché la nostra vita sembrava ridursi essenzialmente a una lunga serie di peana sugli uomini? Perché la nostra vita sembrava ridursi a una lunga interminabile caccia all’uomo? Dov’erano le donne veramente libere, quelle che non passavano la vita a saltellare da un uomo all’altro, che si sentivano realizzate con o senza uomo?

Trovo interessante notare come l’autrice non pone l’accento sui rapporti sessuali, cosa che ci si aspetterebbe se ci si affidasse solo alle critiche e alle classificazioni standard dal momento che questo romanzo è stato definito erotico.

Erica Jong preferisce sapientemente descrivere rapporti intimi normali, umani, e non invece raccontare strabilianti e inverosimili performance.

Paura di volare continua a far parlare di sé, oggi che di passi in avanti ne abbiamo fatti tanti, ma a guardare in dietro ci sembra di essere regrediti, almeno su certi temi, come quello del potere femminile, che troppo spesso viene sottovalutato, sminuito, non considerato.

Vorrei segnalarvi questa intervista che l’autrice fece in un programma italiano, in occasione del suo ultimo romanzo, nella quale esprime con chiarezza la sua posizione e come l’errata considerazione che il pubblico ha avuto nei confronti di Paura di volare. (Link)