Vincitore del Premio Strega del 2017, con un romanzo pubblicato per Einaudi, Le otto montagne ha consacrato il meritato successo di Paolo Cognetti. Autore che ha esordito nel 2004 con una raccolta di racconti per una casa editrice di medie dimensioni.
Cognetti infatti esordisce con la sua prima pubblicazione con Minimum fax, con Manuale per ragazze di successo, che raccoglie sette racconti intensi, dal sapore amaro e allo stesso tempo dolcemente sensibile.
Un esordio amaro e dolce contemporaneamente
Manuale per ragazze di successo, pubblicato nel 2004 da Minimum fax, è una raccolta di racconti in cui Cognetti riesce a rappresentare le debolezze e le insicurezze umane.
Si percepisce la grande capacità dell’autore di insinuarsi all’interno delle crepe sentimentali per insistere sulle difficoltà dei rapporti e delle relazioni.
Il mio incontro con questo libro

Era proprio il 2017, avevo seguito il Premio Strega, e di Cognetti non avevo letto ancora nulla, così visto che aveva vinto l’edizione di quell’anno decisi di recuperare i libri di questo autore, decido di iniziare dal suo esordio.
Contenta di leggere una raccolta di racconti mi precipitai ad acquistarne una copia, leggo il titolo Manuale per ragazze di successo… rimango perplessa, il titolo non mi convince e a primo impatto mi da anche un po’ fastidio, penso “e mo’ questo che vorrà dire con questa frase, che ci deve insegnare a noi ragazze? Uno sbarbatello di ventisei anni che ci deve dire a noi ragazze per essere definite di successo? E poi perché mai dovremmo aspirare a essere definite tali?”.
Di solito quando ho questa reazione esco dalla libreria con il libro in mano, prima di criticare devo leggere, devo capire cosa intende l’autore, quali sono le sue intenzioni, questa volta non faccio eccezione.
Leggo tutti e sette i racconti nel tragitto che dalla libreria mi porta a lavoro, in quel periodo lavoravo a Galleria Borghese.
I racconti non mi convincono molto, non riesco a farmi piacere la scrittura, lo stile, c’è qualcosa che non mi convince, forse quel titolo che all’inizio mi ha dato fastidio ora pregiudica qualsiasi mio giudizio.
Arrivo a lavoro, parlo del libro ad una collega, lei legge tantissimo, e spesso discutiamo delle nostre letture. Rosa non ha ancora letto Manuale per ragazze di successo, ma è curiosa, bene.
Apro lo zaino, prendo il libro, guardo bene la copertina… la copertina la adoro, quella carta ruvida al tatto, e quei colori… il viola, il rosa, l’arancione. L’illustrazione così precisa e rappresentativa.
Senza guardare porgo il libro a Rosa, è un attimo, le dico “prendilo, te lo regalo, a me non è piaciuto”.
Ho perso questo libro per un pregiudizio
Ho perso così questo libro, l’ho regalato per un gesto d’impeto, per ostilità nei confronti di un libro che non mi ha preso, grazie ad un pregiudizio mi sono pregiudicata la possibilità di dargli una seconda occasione, che stupida che sono stata…
Passano due anni, ormai frequento molto spesso i mercatini dell’usato, in particolare passo in rassegna gli scaffali su cui sono riposti i libri. Mentre sono alla ricerca di esordi per Pretesto ecco che vedo spuntare un libro Minimum fax, non posso lasciarmelo scappare, devo almeno vedere che libro è. Lo tiro fuori, leggo il titolo: Manuale per ragazze di successo, prima edizione. Non ci siamo lasciati molto bene, ma questo libro è tornato da me.
Non credo nei segni del destino, nella magia o robe del genere, però per quanto riguarda i libri mi è capitato spesso di ritrovarmi di fronte a degli incontri quasi predestinati.
Ovviamente lo prendo, finalmente posso dare una seconda occasione a questo libro, e finalmente, liberatami dai pregiudizi, ho riletto i racconti, e oggi vi dico cosa ne penso.
Manuale per ragazze di successo: sette racconti sulle debolezze umane
Un libro breve ma intenso, che ci racconta attraverso sette racconti brevi le storie di persone normali, alcuni disperati, altri alla ricerca di una luce di speranza, tutti alle prese con le difficoltà della vita e delle relazioni interpersonali.
Educare e cortesia in mare
Siamo in viaggio insieme ai personaggi di questa storia. Una coppia, è lei a parlare, a raccontarci cosa succede, come si sono ritrovati a non parlarsi quasi più.
Nicola è alla guida, è un personaggio schivo ed evasivo, preferisce non approfondire le questioni, vuole solo arrivare. Arrivare alla meta per terminare quel viaggio fatto di silenzi e insicurezze.
La coppia è in viaggio verso il sud per partecipare al matrimonio della madre di lei.
Una madre da tempo assente e che si è rifatta viva proprio per questa occasione.
Il viaggio è la metafora del rapporto tra i due protagonisti, è l’occasione per mettere il punto e capire dove questa relazione li ha portati, quindi prendere un foglio, fare una lista, contare i pesi.
Ma per comprendersi bisogna avere le stesse intenzioni da entrambe le parti, e non sempre è così.
Guidare nelle metropoli
Le città sono fatte di strade che non vanno da nessuna parte. Le strade di città sono storie tra uomini, e hanno il loro stesso destino. Quando le storie finiscono, delle strade non rimane più niente.
Si apre con questa frase il secondo racconto di questa raccolta, dove Milano è protagonista. Una città descritta come una ragnatela, con le vie che dal centro si diramano all’esterno, creando una fitta rete di vie. Quelle strade, che in questo racconto rappresentano il complicato percorso di vita delle persone che le percorrono, e che in comune con loro condividono lo stesso destino di finire, prima o poi.
Manuale per ragazze di successo
Il modello femminile dominante, l’eredità materna con cui ogni donna deve fare i conti, è la prima cosa di cui sento parlare dopo mezz’ora di monologo ininterrotto
Che cos’è il modello femminile dominante, e secondo quali caratteristiche bisogna adeguarsi per essere considerate “femmine”?
Cognetti argomenta in dieci articoli una storia dalla parte femminile, una storia di riscatto sociale ma anche relazionale, personale. La protagonista si rapporta con un uomo, Guido che le dice “Sapessi almeno dove sei quando stiamo insieme. No perché vedi, io mi sento più solo di quando sto da solo”.
Fare ordine
Sara è una ragazza che cerca disperatamente di parlare dei suoi problemi al suo compagno, ma lui non è presente, se non solo fisicamente.
Sara cerca di mettere in campo quelle frasi tipo “Non so mai a cosa pensi quando fai così” […] “Davvero. Certe volte mi sembra di stare con un estraneo”, oppure “Non te ne frega niente” […] “E io stronza qui ad aspettarti. Ma se non parlo con te con chi devo parlare”.
Queste frasi rappresentano l’estremo tentativo di colpire e sconvolgere il suo compagno, con l’obiettivo di stravolgere il senso di apatia che sembra caratterizzarlo, ma come spesso accade queste frasi si scontrano contro un muro di gomma, con il risultato di rimbalzare e di non arrivare alla sensibilità del ragazzo.
In realtà il destinatario ha altre cose per la testa, è per questo infatti che non ascolta, è impegnato da tempo in una relazione segreta alle spalle di Sara. Lui si preoccupa piuttosto dell’auto parcheggiata male e che potrebbe intralciare il percorso del tram, forse dovrebbe andare a spostarla, evitando quindi di affrontare la situazione reale che si trova di fronte.
Tre bambine non possono giocare insieme
Un’ereditiera quasi diciottenne si trova a passare alcuni giorni in compagnia della sua compagna e con alcuni parenti nell’agriturismo di famiglia, vicino il lago di Garda. Il motivo per cui la protagonista è tornata nel luogo della sua infanzia è perché, ormai quasi maggiorenne, deve riscattare la sua eredità, e con questo pretesto ci racconta la storia della sua famiglia, ripercorrendo la storia dei possedimenti di famiglia, a partire dal 1935, anno in cui suo nonno “barattò un destino da piccolo coltivatore con la bottega del calzolaio di paese”.
Orientarsi con le stelle
Questo è per certi versi il racconto che mi è piaciuto di più. Ho apprezzato la capacità di rappresentare le insicurezze dei protagonisti, e le difficoltà di relazionarsi fra loro.
Incapaci di parlarsi chiaro, i protagonisti si muovo goffamente tra lavoro e relazioni sentimentali al limite del disastroso.
La stazione di servizio di Modena Nord è lo scenario di questo penultimo racconto.
Bet lavora come cameriera all’autogrill, è una ragazza responsabile, sempre sorridente e pronta a darsi da fare. Di notte ninfomane, di giorno una brava cameriera.
Bet vive con il compagno, che ci narra la storia.
Lui è un ragazzo che fatica a comprendere tutte le sfumature che una ragazza come Bet lascia trasparire, a volte non la capisce, e quando vorrebbe parlare, chiarire, capirla, finiscono sempre con il fare l’amore.
E se questa non è una soluzione porta presto a complicare le cose, perché se non si chiarisce, specialmente in una coppia, rimango le incomprensioni, i risentimenti, i rancori.
Così i due si allontanano anche se stanno ancora insieme, rappresentando l’immobilità dei rapporti. Quella difficoltà nell’agire per paura, per debolezza e per insicurezza.
Raggiungendo lo stato di inerzia dove, per assurdo la vita continua a scorrere a ritmi frenetici.
Restare fermi immobili dove tutto scorre.
La ragazza che sei stata
Un lavoro all’aeroporto di Malpensa, consegnare le valigie smarrite, ventitré anni e un paio di amanti.
La protagonista di questo racconto decide di reagire a una vita programmata e sempre uguale, a una relazione in cui non vede un futuro. Chiude tutto, i suoi impegni e le sue relazioni.
La storia finisce così, con una parata d’addio: l’ultimo viaggio della mia carriera di fattorino.
Manuale per ragazze di successo un esordio di racconti
Cognetti ha compiuto un atto di coraggio scegliendo di esordire con una raccolta di racconti, visto che questi sono spesso considerati un rischio.
Il mio parere sui racconti non è polarizzato, non sono una di quelle persone che dice li amo, o li odio, penso che dipenda dallo scrittore, dal contenuto e da come questo viene espresso.
In generale ci sono stati racconti che ho amato e altri no, ma lo stesso succede per il romanzo del resto.
In questo caso specifico credo che questi sette racconti siano un ottimo esordio, rappresentano l’entrata in scena di un autore che dimostra una particolare personalità creativa.
Nel mio percorso di studi ho studiato fotografia, mi ha sempre affascinato questo mezzo espressivo, e se dovessi fare un paragone con la scrittura di Cognetti potrei dire che ho visto nella sua scrittura una grana espressiva profonda e grezza, capace di mettere in luce le ruvidezze della vita, rappresentando le difficoltà e i sentimenti umani.
Finalmente posso dire che questi sette racconti mi sono piaciuti molto.
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