Grazie a Fanucci, ritorna in una nuova veste grafica la trilogia completa dei  Lungavista di Robin Hobb. Il primo libro della saga è L’apprendista assassino, esordio dell’autrice statunitense. 

Robin Hobb: l’autrice 

Robin Hobb è il nome di penna di Margaret Astrid Lindholm Ogden dal 1995. Hobb è diventata famosa soprattutto nell’ambiente fantasy con il suo mondo dei Sei Ducati. Un mondo che sfocia nell’epic fantasy.  Inoltre è una delle scrittrici più apprezzate di questo genere negli ultimi anni.

Trilogia dei Lungavista: L’apprendista assassino.

Il romanzo parla di Fitz Chevalier, il bastardo dell’erede al trono di Castelcervo.

Come figlio illeggittimo, Fitz non dovrebbe esistere ma il destino vuole che raggiunga Castelcervo e venga accolto come tale.

Non avendo un ruolo nella comunità, Fitz verrà sottoposto a un’educazione non convenzionale per essere utile al suo re. Tra i pirati della Nave rossa che creano caos sulle coste e non si sa cosa vogliano e un matrimonio reale di convenienza, Fitz capirà che la vita per un bastardo non è facile e dovrà dimostrare il suo valore.

La voce narrante è quella di un Fitz non più giovane, che racconta la sua biografia e riesce a coinvolgere, scena dopo scena, il lettore nella narrazione.

Punti positivi e punti negativi del primo libro dei Lungavista

Non c’è dubbio che Robin Hobb abbia una buona scrittura, un piacere da leggere, oltre alla qualità della storia in sé. Durante i combattimenti è facile seguire quello che viene descritto, non così scontato. Inoltre sono presenti molti personaggi secondari interessanti, tra cui il Matto di corte. 

Ciò nonostante, la narrazione onnisciente di Fitz può risultare facilmente noiosa, perché il lettore conosce tutti i suoi pensieri e tutte le sue azioni, anche quante volte si lava. Quest’opulenza di dettagli rende difficile affezionarsi al protagonista.

I colpi di scena sono abbastanza prevedibili, e L’apprendista assassino risulta invecchiato male da questo punto di vista. Tuttavia, il grande mistero che fa da sfondo alla vicenda dei pirati, irrisolto in questo libro ma probabile argomento ricorrente nei volumi successivi, continua ad affascinare i lettori e a tenerli incollati alla saga.

Vale la pena leggere L’apprendista assassino

Sì, soprattutto per gli amanti del genere, ma come primo libro non è perfetto. Personalmente, consiglio di dare una chance, per poi decidere se andare avanti o meno. 

Elena Cavenaghi