La treccia è l’esordio di Laetitia Colombani, in Italia è stato pubblicato da Editrice Nord nel 2017.

L’autrice è una regista e sceneggiatrice francese, nel suo curriculum può vantare la collaborazioni con attrici come Audrey Tautou (M’ama non m’ama, 2002), Emmanuelle Béart e Catherine Deneuve.

Con La treccia ha esordito anche nel campo letterario,  infatti è riuscita ad ottenere l’attenzione della critica e dei lettori.

La treccia ha fatto parlare tanto di sé, è stato considerato un romanzo toccate, brillante e magnifico, fino ad essere stato definito “Il fenomeno del momento” Le Parisien.

La treccia: un ottimo consiglio di lettura

È entrato a far parte della mia wishlist grazie ad un gruppo di amici con i quali ci scambiamo spesso consigli di lettura. Un giorno mi hanno proposto di leggere questo romanzo dicendomi che mi avrebbe coinvolta molto.

Mi ha sicuramente colpito, anche se ho avuto la sensazione che qualcosa dal punto di vista strutturale non sia riuscito ad appassionarmi per intero.

Il romanzo narra le vicende di tre donne, tre paesi totalmente diversi, tre storie distinte.

SMITA
Villaggio di Badlapur, Uttar Pradesh, India

Il libro si apre raccontandoci la storia di Smita, che vive in India, in un villaggio dell’India del nord.

La protagonista di questa storia è una donna che fa parte di una classe sociale ancora molto disagiata, si tratta dei Dalit, conosciuti anche come Gli intoccabili, sono definiti I fuori casta oppure la quinta casta del sistema sociale e religioso induista e sono giudicati impuri per affiancarsi  ad altre persone. Smita in quanto Dalit è obbligata a svolgere un’attività disgustosa quanto pericolosa, che nel libro viene definita così:

Non ci sono parole per descrivere quello che fa Smita. Raccoglie la merda degli altri a mani nude, per tutto il giorno.

Esatto, dal momento che in India non sono garantiti servizi igienici per ovviare al problema ci sono persone come Smita, che si occupano di “pulire” gli escrementi delle persone che fanno parte di classi sociali superiori alla sua.

Smita è disposta a svolgere questo compito, anche se lesivo della sua dignità, perché è l’unico modo di sopravvivere in una società in cui lei è considerata meno di niente.

Ma quando guarda sua figlia Lalita di soli sei anni decide che non vuole che lei sia destinata ad una vita tanto miserevole. Lalita studierà, andrà a scuola per imparare a leggere, e per garantirsi un futuro migliore di quello dei genitori.

È una vita di rinunce e di sacrifici, ma soprattutto di rischi quella che Smita deve affrontare per offrire a sua figlia un futuro migliore.

GIULIA
Palermo, Italia

Da quasi un secolo, la sua famiglia vive della cascatura, la tradizione siciliana di conservare i capelli tagliati o caduti spontaneamente per ricavarne parrucche o toupet. Fondato nel 1926 dal bisnonno di Giulia, quello della famiglia Lanfredi è l’ultimo laboratorio di questo genere ancora in attività a Palermo.

Giulia ci appare come una ragazza introversa e riservata, immersa nelle letture che la attirano facendole addirittura perdere il senso della realtà.

Quando non è impegnata a leggere Giulia lavora nell’azienda di famiglia al cui vertice c’è ora il padre.

Presto però Giulia dovrà prendere una posizione di responsabilità, infatti il padre avrà un’incidente e lei dovrà prendere in mano le redini dell’azienda. Questa non sarà un’esperienza facile, in quanto scoprirà presto una situazione complicata che riguarda le finanze dell’azienda.

SARAH
Montréal, Canada

 

Sarah è un avvocato e con il tempo si è guadagnata il ruolo di socia dello studio dove ha mosso i primi passi.

Viene descritta come una donna decisa capace di risolvere tutti i problemi che le si parano davanti e che rappresentano una deviazione rispetto all’obiettivo che intende raggiungere, e che la allontanano dalla carriera lavorativa per la quale ha sacrificato tanto.

Sarah riesce a separare ermeticamente la sua impeccabile carriera lavorativa e la sua vita privata. Ha avuto tre figli, ma è riuscita a nascondere le sue gravidanze per non rischiare di essere messa da parte sul lavoro.

Oggi Sarah si trova ad affrontare un nuovo ostacolo, non si tratta né di lavoro né di problemi familiari. Le viene diagnosticato un cancro, e lei, con la sua forza d’acciaio e la sua maschera perfetta riesce a mentire sia a casa che a lavoro.

Nonostante tutti i suoi sforzi siano volti a nascondere la verità e a far finta di niente si troverà ad affrontare una nuova sfida, qualcuno ha scoperto cosa nasconde e ha il potere di mettere da parte Sarah dal punto di vista lavorativo.

Sarah ha puntato tutto sulla sua carriera, ma ora che questa è in pericolo come può salvarsi? Cosa rimarrebbe di lei se tutto il castello di perfezione che ha costruito crollasse?


Questo libro ci narra le vicende di tre donne diverse, tre storie di vita, di sopravvivenza, di coraggio, sono questi i temi che legano le protagoniste di questo romanzo.

 

La treccia: una narrazione alternata

A me questo libro è piaciuto, ho notato però una mancanza dal punto di vista strutturale.
Dal mio punto la struttura narrativa alternata è molto interessante, ma credo che il fatto che ogni capitolo si sviluppi su non più di cinque sei pagine circa fa perdere emozione al lettore, spesso mi sono trovata nel vivo della narrazione, ma questa sensazione si smorzava presto perché la storia veniva stoppata per poi riprendere tre capitoli dopo.