Alberi vedo e alberi ancora,
come via filano rapidi
e i macigni che s’inclinano
e i gran nasi delle rupi
come russano, come ansimano!
(…)
Però dimmi: siamo fermi
noi o ancora ci muoviamo?
Tutto, tutto, ruota, o pare:
rocce e tronchi dove maschere
ghignano; e i fuochi fatui
si moltiplicano, si enfiano.
Notte di Valpurga, Valpurg, Calendimaggio, Belthane… ogni mitologia ha il suo nome per identificare la festa che annuncia l’inizio di maggio. Tutte, però, sono d’accordo nell’identificare la notte a cavallo tra il 30 aprile e il 1 maggio come un momento in cui il velo tra il mondo reale e il mondo spirituale si assottiglia e le due dimensioni entrano in contatto.
Il festeggiamento tipico della notte di Valpurga è senz’altro l’accensione di fuochi purificatori, la cui funzione rigeneratrice è presente sia nel culto celtico di Belthane, che nella festività cristiana dedicata a Santa Valpurga di Heidenheim, durante le cui celebrazioni venivano accesi dei falò per scacciare gli spiriti maligni.
La notte di Valpurga, così importante perché opposta alla notte di Ognissanti (o Halloween, o Samhain, a seconda della cultura), segna la fine definitiva dell’inverno e il passaggio definitivo alla bella stagione. Da sempre, è stata occasione per riunirsi e festeggiare l’arrivo di maggio al ritmo di corni e danze popolari.
La festa è quantomai viva in Germania, dove la tradizione popolare vuole che nella notte di Santa Valpurga, sul monte Brocken nella regione dello Harz si tenessero diabolici convegni di streghe. Ancora oggi, nel Parco Nazionale dell’Harz, è presente un sentiero chiamato “sentiero delle streghe” che lo attraversa, lungo il quale è possibile incontrare sagome di donne e vedere conformazioni rocciose dai nomi spaventosi e l’aspetto inquietante.
Questa tradizione secolare è stata trasportata nel mito letterario. A renderla celebre, Goethe, che nel suo Faust I e Faust II dedica ben due scene alla notte di Valpurga: Walpurgisnacht (da cui è tratto l’esegro dell’articolo), e Klassische Walpurgisnacht. In entrambe, il diavolo Mefistofele porta l’alchimista Faust a celebrare il sabba, ma se nel Faust I l’atmosfera è più orrorifica e stregonesca, nella Klassische Walpurgisnacht il livello è quasi altolocato. La festa, difatti, è popolata da figure classiche elleniche, tra cui la splendida Elena di Troia che Faust ha desiderato di possedere.
Non solo Goethe, però, affronta il tema della notte delle streghe: Thomas Mann, nel suo La montagna incantata, intitola il terzo capitolo “La notte di Valpurga”. Titolo omonimo, il romanzo di Gustav Meyrink, in cui la festività appare come metafora della dissolvenza dell’Impero Asburgico.
Valpurga: rinnovamento e fertilità
In realtà, la festa riveste una grande importanza per i concetti di rinnovamento e fertilità. Essendo l’antitesi della festa di Ognissanti, o Samhain, Valpurga/Belthane è la notte in cui i malefici hanno sì grande potenza, ma anche la notte in cui si può assorbire potere per rigenerarsi, purificarsi e allontanare la negatività.
Di certo, è un’occasione per prendersi un momento di riflessione e approfittarne per festeggiare. Magari davanti a una tazza di vino caldo e con in mano il Faust.
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