Partigiano dell’informazione

Giornalismo che vuol dire?

Qua bisogna dissentire

da chi afferma che il giornale

non sia poi così speciale.

E Rodari, lo sa bene,

che a narrare delle pene

della gente e del mondo

è un cronista a tutto tondo.

Ordine Nuovo presto lo chiama,

direttore lo proclama;

qualche anno dopo, con l’Unità

Gianni a Milano se ne va.

Qui diventa allor cronista,

poi inviato, e aprì la pista

all’esperienza col Pioniere

che ai bambini dà sapere.

Gira, esplora, Gianni e va

presto torna all’Unità,

ma è con Paese sera

che giunge la primavera

di un incrocio tra scrittura

per l’infanzia e la premura

d’informare e divulgare

la politica ideale.

Che Gianni Rodari fosse un autore antifascista, è storia. Tutta la sua produzione per l’infanzia è caratterizzata dalla lotta tra i prepotenti autoritari e intolleranti e personaggi altruisti, positivi e dediti alla cura dell’altro. Basta ricordare Cipollino, di cui abbiamo discusso abbondantemente, ma anche Giacomo di cristallo, emblema dell’importanza della verità.

Non si può quindi scindere l’attività partigiana di Rodari dalla sua produzione scrittoria. Così, non ci si stupisce quando si scopre che il caro Gianni, nella sua vita, è stato anche un giornalista.

Il valore dell’informazione

Il giornalismo di Rodari è prima di tutto un giornalismo politico e divulgativo, dove l’arte dell’informazione è maneggiata con destrezza. Aveva, a detta del direttore di Paese sera, l’ultimo giornale per cui lavorò prima della sua scomparsa, la capacità di: “essere immediato e comunicativo (…) non dava per scontato che il lettore sapesse e capisse tutto“.

Abilità, questa, che si ritrova nei suoi testi per l’infanzia, ma la particolarità del Rodari giornalista è la grande importanza che attribuiva al ruolo di cronista.

Nel corso degli anni, a partire dal dopoguerra, si dedicò a coprire la cronaca di giornali di stampo comunista e socialista, come Ordine nuovo, che si trovò a dirigere, L’Unità, per cui collaborò come cronista e inviato speciale, fino al giornale che lo consacrerà all’attività di scrittore per bambini: Il Pioniere.

Il Pioniere: il giornalismo per ragazzi

Chi ha lavorato per il Pioniere sa di aver lavorato per amore. Quella del Pioniere è stata una bella storia, una storia pulita. Di più non serve dire. Andate dunque, vecchie ombre colorate, a ritrovare i vecchi amici e a conquistarvene dei nuovi. Poi da cosa nasce cosa… Si vedrà!

Lettera del 1973 di Gianni Rodari

Nel 1950, Gianni Rodari fondò, assieme a Dina Rinaldi, la testata giornalistica Pioniere.

Il giornale, facente capo all’Associazione Pionieri d’Italia (associazione che organizzava i ragazzi tra gli otto e i tredici anni), fu ideato negli ambienti della sinistra italiana come alternativa al Corriere dei Piccoli e a Il Vittorioso.

Fu una palestra per Rodari: al suo interno, oltre a fumetti e rubriche varie, conteneva numerosi interventi di natura sociale e politica. Lì, vede la nascita il personaggio di Cipollino, scritto da Rodari stesso e disegnato da Raul Verdini, protagonista del primo romanzo dello scrittore: Le avventure di Cipollino.

L’esperienza del Pioniere diviene fondamentale. Nel suo lavoro come direttore e collaboratore, Rodari elabora il ruolo di giornalista e di scrittore per ragazzi. Soprattutto, si rende conto dell’importanza del fare politica attraverso l’impegno e la cultura.

Nel giornale da lui diretto fino al 1970, non mancano articoli e rubriche di approfondimento sui temi d’attualità: articoli sullo spazio, curiosità sugli animali, fatti di cronaca… la redazione e Rodari s’interrogano costantemente sulla necessità di un giornale per i ragazzi che sia comunicativo, divertente ed educativo.

Soprattutto, è nell’Angolo di Gianni Rodari che l’autore si prodiga in numerosi spunti di riflessione. Ancora una volta, il Rodari scrittore e il Rodari giornalista s’incrociano nella volontà di stimolare la riflessione, la curiosità e il pensiero critico nei suoi lettori. I suoi articoli sono ricchi di stimoli, di notizie e dei problemi del mondo, che sottopone ai giovani in modo da renderli problemi loro e spronare all’azione e alla riflessione stessa.

In conclusione…

L’impegno dello scrittore non si volge solo all’infanzia, ma si orienta sempre più all’ambito cronistico per gli adulti, che lo riporta a collaborare con le testate dei quotidiani. L’Unità prima e Paese sera poi gli concedono spazio: il primo con rubriche sull’infanzia, il secondo come cronista e corrispondente.

L’intera produzione di articoli di Rodari è descritta dalle parole di Italo Calvino:

«Bisogna ricordare che i giornali in cui Rodari lavorò erano la stampa comunista di questi trentacinque anni di guerre fredde e inverni caldi; questo per dire che lo humour e la leggerezza ha sempre dovuto metterceli lui di suo, doni del suo temperamento e del suo garbo e della sua testa sempre limpida»

Abbiamo, quindi, un giornalista che fa dell’informazione per tutti il suo punto di forza. Informazione che giunge attraverso il suo stile chiaro, nitido, comprensibile da chiunque. Perché Rodari, anche nella cronaca, parla al cuore.