Oggi è la festa della donna e, come ogni volta, dobbiamo prepararci all’attacco di mimose virtuali e non, ma non solo.
No, perché oggi, ancora una volta, la giornata sarà strumentalizzata dall’Onorevole Popolo Maschile che disquisirà su cosa significa essere donna, su come deve essere una donna, e sul perché quelle che non rispettano la loro idea di donna non meritino gli auguri.
Fateci un favore, almeno per un giorno: tacete. Non fateci degli auguri ipocriti solo per sentirvi a posto con la coscienza; non fateci degli auguri in cui non credete, né agghindate il tutto con frasi perbeniste come: «Auguri a tutte le donne perché la donna va celebrata ogni giorno».
Perché sapete una cosa? Non ce ne facciamo nulla dei vostri auguri Non vogliamo gli auguri solo perché siamo nate femmine (ovvero: la parte sfigata dell’umanità), non vogliamo i vostri contentini.
Vogliamo rispetto e non per un giorno all’anno. Lo vogliamo per tutti i 365 giorni, per tutti gli anni a venire, e lo vogliamo non perché siamo donne, ma perché siamo esseri umani, cosa, questa, che a quanto pare faticate a riconoscere.
Fateci gli auguri quando la smetterete di violentarci nei vicoli e alla luce, fateceli quando smetterete di tassare gli assorbenti, fateceli quando avremo parità d’assunzioni e di salari, fateceli quando non si dovranno inserire “quote rosa” per favorire l’inclusione lavorativa, fateceli quando smetterete di sentirvi autorizzati a dirci come vestirci, cosa e quando mangiare, quanto e quando truccarci; fateceli quando, se una donna ha una vita sessuale, non le darete della puttana; fateceli quando smetterete di usare quella merda di “D” maiuscola che sta a significare solo il: “Sei inferiore a me, quindi decido io”.
Fateceli quando vi sarete disintossicati della vostra mascolinità asfissiante e pericolosa, del vostro machismo e del: «Quello è da femmina, quello è da maschio».
Fateceli quando smetterete di pensare che la scelta di una donna di abortire sia vostra; quando accetterete che per qualsiasi scelta sui nostri corpi voi uomini non avete diritto di parola.
Fateceli quando smetterete di considerarci degli oggetti e comincerete a ritenerci delle persone.
Anzi, non fateceli neanche, nella prospettiva fantascientifica che tutto questo si avveri perché, quando e se questo meraviglioso giorno arriverà, non ci sarà neanche bisogno di una “festa della donna”.
Fino ad allora (e anche dopo): muti.
Noi, invece, mute non ci stiamo. E non vogliamo far passare questa giornata sottobanco. Non vogliamo lasciarla vinta ai violenti che ogni giorno insultano, offendono, distruggono non solo le donne, ma tutti coloro che non rientrano nei loro parametri di “persone”.
Oggi noi vogliamo parlare delle idee degli altri, di quelle iniziative che è bene diffondere perché servono, sono utili a noi tutti, al nostro animo e ai nostri comportamenti.
Queste sono realtà che seguiamo, che frequentiamo e che ci fa piacere sostenere citandole in un questo elenco. Se le conoscete già, v’invitiamo a dirci il vostro punto di vista, se non le conoscevate siamo contenti di averle diffuse. Se siete a conoscenza di altre realtà e altre iniziative, fatecelo sapere.
- Parità in pillole
Il mio primo approccio alla parità di genere l’ho avuto grazie ad una ragazza che avevo iniziato a seguire su youtube.
Faceva video sfoggiando una eloquenza accattivante, che ebbe subito il potere di attirarmi, da lì non mi sono più separata dall’argomento, e non ho più dimenticato lei.
Si chiama Irene Facheris, è nata nel 1989, a Milano, è psicologa e si è avvicinata ai temi delle differenze di genere e delle diseguaglianze.
I suoi video facevano parte di un progetto chiamato Parità in pillole, e il nome fu determinante per scegliere di ascoltare e vedere il primo video in cui mi imbattei.
Irene affrontava i problemi di una società che ci costringe a vedere le cose in maniera distorta, riuscendo a farci capire che siamo vittime e carnefici di noi stessi, e che per migliorare le cose dobbiamo impegnarci in prima persona.
Oggi Irene è presidentessa di Bossy una comunità nata nel 2014, che ha lo scopo di portare i temi della parità di genere nelle scuole e la ammiro molto per l’impegno sociale che ha.
È scrittrice di saggi utili e importanti, oggi più che mai: Creiamo cultura insieme. 10 cose da sapere prima di iniziare una discussione (Tlon) e Parità in pillole. Impara a combattere le piccole e grandi discriminazioni quotidiane (Rizzoli).
- Tlon | Odiare ti costa
La casa editrice Tlon è stata una grande scoperta. Non è solo una casa editrice, ma anche una scuola di filosofia, un luogo fisico, una libreria, un teatro.
I fondatori, i filosofi Maura Gancitano e Andrea Colamedici s’impegnano nella diffusione del pensiero critico e nella riflessione sulle questioni quotidiane che dobbiamo affrontare, o sopportare, ogni giorno. Sui loro profili social condividono ogni giorno riflessioni sull’attualità e su differenti tematiche, oltre a contribuire in maniera attiva alla diffusione della cultura con un catalogo straordinario.
Vogliamo inoltre segnalare la loro iniziativa Odiare ti costa, con cui si impegnano a combattere l’odio diffuso sui social che gli utenti sfogano a discapito di altri, inneggiando alla violenza.
- L’ha scritto una femmina
L’iniziativa di Carolina Capria è una delle più belle nell’ambito della cultura femminile. Con cadenza quasi quotidiana, l’account L’ha scritto una femmina condivide curiosità e consigli di lettura sulle scrittrici che hanno dato un importante contributo alla letteratura mondiale.
- Senza rossetto
In uscita col loro primo libro, Le ragazze stanno bene (HarperCollins Italia), Giulia Cuter e Giulia Perona hanno creato un podcast interessantissimo sui temi portanti del femminismo: Senza rossetto, dove parlando della discriminazione di genere, di mobbing, e della vita di tutti i giorni con le difficoltà che ogni donna deve affrontare.
- InQuiete
Un festival tutto al femminile, dedicato alle scrittrici vecchie e nuove. InQuiete nasce all’interno della Libreria delle donne Tuba e dell’Associazione MIA. Dal 2017, nel quartiere del Pigneto, il festival ospita scrittrici e donne di talento pronte a parlare e a discutere della cultura femminile in Italia.
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