Caro papà,
oggi è il diciannove marzo e in questo giorno speciale si celebra il tuo essere genitore.
Tu rappresenti tutti i papà del mondo, quelli buoni, quelli inesperti, quelli buffi, quelli sempre pronti ad agire.
Io esisto grazie a te, tu mi hai creato, così come Geppetto si è impegnato per far vivere un ciocco di legno e poi chiamarlo Pinocchio (Carlo Collodi).
Non si nasce “imparati”, e quindi giustamente ti sei dovuto documentare, hai dovuto studiare tanto, e ricordo ancora quando mi guardavi con una faccia dubbiosa sfogliando il tuo libro-sicurezza: Manuale di sopravvivenza del padre contemporaneo di Gianni Biondino e Severino Colombo (Guanda edizioni).
Poi sono cresciuto, e tu mi volevi mostrare che ti aspettavi sempre tanto da me, così sei diventato superbo, dimostrando una voglia di rivalsa nei miei confronti, e io cercavo di eguagliarti, in Aspetta primavera, Bandini di John Fante (Einaudi).
Sono state tante le occasioni di incomprensioni tra noi, le tue convinzioni, le mie ossessioni, la mia depressione, tutto il nostro rapporto in Il male oscuro, Giuseppe Berto (Neri Pozza) e in L’uomo che trema di Andrea Pomella (Einaudi).
Di tutto il male che mi hai lasciato ho scritto nella Lettera al padre, Franz Kafka (Feltrinelli).
In Addio fantasmi, Nadia Terranova (Einaudi) c’è molto che mi ricorda la tua assenza.
Abbiamo anche avuto la possibilità di chiarirci certo, così Prima di perderti (di Tommaso Gagni, Einaudi) è venuto il tempo della nostra resa dei conti.
Siamo stati soli, per cercare di sopravvivere, noi due e il mondo vuoto, abbiamo camminato tanto, individui solitari su La strada di Cormac McCarthy (Einaudi).
Ricordo i desolati pomeriggi passati insieme in cui spingevo il tuo girello, e ora tutta la nostra storia è raccolta in Geologia di un padre, Valerio Magrelli (Einaudi).
Quando poi ti ho perso è stato tragico, così sei stato Molto forte, incredibilmente vicino, Jonathan Safran Foer (Guanda edizioni)
Ti ho pianto per l’ultima volta nel cimitero di Montparnasse e ogni giorno ricordo Il padre francese di Alain Elkan (Bompiani).
E tra alti e bassi, di questa vita che scorre tra le nostre dita, ti ringrazio, papà.
Per esserci stato e per esserci in futuro.
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