E venne chiamata due cuori di Marlo Morgan è stato un successo mondiale, è diventato un best seller, ma è stato al centro di polemiche che mettevano in discussione la veridicità dei fatti raccontati. Al di là della finzione o della realtà oggi vi racconto cosa ne penso.
Leggere E venne chiamata due cuori è stato come un percorso di rinascita, grazie al quale sono emerse in me profonde riflessioni sulla vita, la nostra storia, sull’uomo e i suoi comportamenti.
L’autrice è una dottoressa americana, ed essendo venuta in contatto con un gruppo di aborigeni dell’Outback narra l’esperienza in questo libro romanzato.
Questo incontro è avvenuto in estrema segretezza e si può dire anche all’insaputa della Morgan, che si è quindi ritrovata ospite di questa tribù che l’ha scelta per affrontare insieme un percorso.
Così Marlo Morgan diventa unica rappresentante del genere umano civilizzato, fungendo da ricevitrice di un messaggio, ma anche emblema dei sentimenti e delle abitudini di quelle società evolute votate a valori come il lavoro, la produttività, il benessere effimero.
Trenta capitoli come trenta istantanee del viaggio che l’autrice ha compiuto insieme ai suoi nuovi compagni con cui, se inizialmente vi si approccia con diffidenza, impara poi ad apprezzare e soprattutto ad ascoltare.
I capitoli rappresentano un momento di confronto dei due mondi, quello degli aborigeni, che vivono rispettando la natura e i suoi ritmi, e quello delle società che vivono nel mondo industrializzato, che vivono quindi secondo ritmi e abitudini ormai lontani dalla natura.
Consiglio di leggere questo libro a chiunque, perché offre ampi spunti di riflessione su come viviamo, su quanto siamo lontani dalle nostre origini e ci regala la possibilità di riprendere in considerazione le nostre abitudini ancestrali e magari a cercare un punto d’incontro tra la nostra realtà e il mondo naturale.
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