Dimora di ruggine è l’esordio della kenyana Khadija Abdalla Bajaber, romanzo vincitore del premio Graywolf Press Africa, indetto dalla casa editrice inglese Graywolf Press. Il romanzo è stato pubblicato nel 2021. La giovane poetessa e romanziera è nata a Mombasa, ed è proprio Mombasa il luogo in cui si apre la vicenda.

La giovane Aisha vive con la nonna, una donna severa che, nel suo futuro, vede necessariamente un buon matrimonio e dei figli. Ma Aisha non si sente tagliata per quel genere di vita: Aisha non ama molto trattare con le persone, e molti vedono nel suo atteggiamento imperscrutabile i semi del cattivo temperamento della sua defunta madre.

Solo il padre potrebbe capire i sentimenti di Aisha: peccato che egli, un pescatore di origini Hadrami, sia attualmente disperso in mare. Tutti lo danno per morto, eppure la figlia, in qualche modo, sa che non è così.

Dimora di ruggine: il richiamo del mare

Il mare è il secondo grande protagonista del romanzo, sconfinato, pericoloso, nemico e amico allo stesso tempo. Il mare che dà la vita, il sostentamento, ma anche la morte. Il mare in cui suo padre si spingeva al largo, in acque pericolose, malgrado la disapprovazione degli altri pescatori. Spinto da una frenesia che Aisha può capire molto bene, ma che al tempo stesso condanna, perché è ciò che le ha strappato suo padre.

«Per un momento ho pensato che avrei potuto essere una di quelle eroine delle storie, avrei potuto essere coraggiosa e sicura e autentica e altro. Nelle storie c’è sempre una forza guida che le rende degne e virtuose. Ma non sono fatta così. Io corro via, non incontro. Sono soltanto una robetta da nulla in cerca di un padre che non vuole essere trovato per riportarlo in un posto che in ogni caso ci mangerà vivi. Non esistono canzoni sulle ragazze come me, né magia, né miracoli».

Il mare non è, però, l’unica forza in atto in questo romanzo. Ci sono altre forze, altre volontà che collidono fra loro, spiriti in carne e ossa, autocoscienti e in guerra. E allora Aisha incontrerà un gatto parlante, che le fornirà una barca di ossa in cui salpare per andare in cerca di suo padre, da sola, scalza e durante la notte. Tutto questo sotto gli occhi severi dei corvi, che osservano la situazione e discutono di ancestrali divinità potenti e terribili che rischiano di risvegliarsi, compromettendo l’equilibrio e condannando il mondo alla rovina. E tutto fa capo a una misteriosa e leggendaria Dimora di Ruggine, di cui tanti mormorano ma che nessuno spiega esattamente che cosa sia.

Aisha incontrerà mostri marini, creature ambigue e capricciose, alcune quasi amichevoli, altre solamente crudeli. Combatterà con le unghie e coi denti, per riportare suo padre indietro.

Un romanzo inaspettato

Un romanzo, di norma, si chiuderebbe con la fine di questa vicenda: Aisha riuscirà nell’impresa? Riporterà a casa suo padre? Oppure porterà solo il suo cadavere? Verrà mangiata dal tremendo Baba wa Papa, il sovrano di tutti gli squali?

Il lettore, a quest’ora, avrà capito di non trovarsi di fronte un romanzo uguale a tutti gli altri. Questa particolare vicenda si conclude a metà del romanzo, in una maniera che non verrà anticipata. Perché il punto non è mai stato salvare il proprio padre: Aisha anela il mare. Aisha anela l’avventura.

Aisha ha dimostrato a sé stessa di avere la forza d’animo necessaria per affrontare pericoli molto più grossi del mercato gremito di Mumbasa o di un’eventuale suocera insoddisfatta. Aisha, adesso a maggior ragione, non ha alcuna intenzione di sposare Hassan, non importa quanto sia (per davvero) un ragazzo onesto e l’ammiri sinceramente:

Sebbene fosse un ragazzo altruista, Hassan era cieco alle incompatibilità dei rispettivi sogni. La bontà di Hassan mancava di capacità d’analisi. Hassan non era divorato dall’orgoglio […]. Il suo orgoglio è umile persino nell’aspetto, gentile e devoto. La bontà punitiva è così astuta e discreta da nascondersi persino a sé stessa. Anche un brav’uomo può essere una prigione.

Sono queste, le piccole cose che impreziosiscono un romanzo. La delicatezza nel dipingere situazioni quotidiane e personaggi credibili. Non vi è la minima ragione per fare di Hassan un pretendente sgradevole, un personaggio insensibile, interessato al corpo o alle ricchezze. La tematica della libertà e dell’autodeterminazione non è espressa solamente con l’avventura per il mare, ma anche in questa semplice affermazione: non importa se colui che chiede la tua mano è il miglior ragazzo del mondo, sei comunque autorizzata a non amarlo e a rifiutarlo.

Dimora di ruggine è una perla che brilla, dunque, su due fronti: da una parte la deliziosa fantasia, la spiritualità, le creature inattese e mai scontate che il lettore avrà piacere di incontrare e conoscere. Dall’altra, il realismo e il buon gusto nel rendere le faccende mondane: gli incontri con parenti e vicini di casa, i piccoli rituali di ospitalità, le pretese dei famigliari, i pettegolezzi del villaggio, gli scontri intergenerazionali.

Non si può che concordare con il New York Times Book Review, la cui opinione è stampata sul retro della (bellissima) copertina dell’edizione italiana:

Meraviglioso. Bajaber è una scrittrice nata, che trascina il lettore nell’epico viaggio di Aisha.

Dimora di ruggine è edito in Italia da 66thand2nd, con la traduzione di Alessandra Castellazzi.