Denti bianchi è il primo romanzo di una delle scrittrici più dotate del panorama letterario contemporaneo. Zadie Smith è una bomba, non a caso Denti bianchi fa ora parte della collana Oscar 451 di Mondadori, dedicata ai libri che bruciano.

Denti bianchi
Denti bianchi nella collana Oscra 451

Questo romanzo è stato pubblicato all’inizio del nostro secolo e rappresenta il periodo di transizione tra gli anni ’90 e gli anni 2000.

Denti bianchi ha un incipit esplosivo

Denti bianchi ha uno degli incipit più belli che io abbia mai letto, vale la pena di prendere in mano il volume solo per quello, tanto poi sono sicura che una volta letto il primo paragrafo non vi staccerete più dalle pagine.

Presto nel mattino, tardi nel secolo, Cricklewood Broadway. Alle 6,27 del 1 gennaio 1975, Alfred Archibald indossava un abito di velluto a coste ed era seduto a bordo di una Cavalier Musketeer Estate, con la faccia riversa sul volante. Sperava che il giudizio divino su di lui non fosse troppo severo. Giaceva abbandonato in avanti, la bocca molle, le braccia a croce, spalancate ai due lati, come un angelo caduto; nei pugni stringeva le medaglie dell’esercito (a sinistra) e la licenza matrimoniale (a destra), perché aveva stabilito di portare i suoi errori con sé. In un occhio gli si rifletteva una lucina verde: segnalava una svolta a destra che aveva deciso di non fare. Era rassegnato. Era preparato a tutto questo. Aveva gettato in aria una moneta e si era attenuto al risultato. Si trattava di un suicido premeditato. Anzi, della sua risoluzione per l’Anno Nuovo.

Il romanzo si apre con una scena descritta in una maniera divina, Zadie Smith va dritta al punto, e non si lascia distrarre da parole inutili. Con la sua scrittura asciutta delinea l’inizio di una storia avvincente da cui è impossibile allontanarsi.

Nel primo giorno del 1975 Archie Jones sta tentando di suicidarsi. Convinto che il proseguimento della sua vita debba essere deciso dal lancio di una monetina, accetta il risultato e si lascia andare con la faccia riversa sul volante.

La fine è l’inizio

Partiamo dal 1 gennaio 1975 e arriviamo a ridosso degli anni 2000.

Il concetto della fine, che al tempo stesso è anche inizio, è sempre presente, ad esempio la data capodanno ritorna più volte proprio perché rappresenta la fine di un ciclo e l’inizio di un altro.

Per Archie per esempio, quello che appare come un tragico traguardo, diventa il punto di partenza di una storia magnifica, che abbraccia molteplici personaggi e attraversa diversi decenni.

La trama

Al centro di Denti bianchi c’è la storia di due famiglie, gli Jones e gli Iqbal.

Archie Jones e Samad Iqbal hanno combattuto insieme in guerra, stringendo una forte amicizia che li ha portati a far vivere a stretto contatto anche le loro famiglie.


Archie è inglese, e dopo un matrimonio disastroso ha sposato Clara Bowden, giamaicana dalle origini inglese, con cui avrà una figlia, Irie.
Samad è invece bengalese, e si trasferisce in Inghilterra con tutta la sua famiglia, la moglie Alsana e i suoi due figli gemelli, Magid e Millat.

Lo scontro generazionale

Archie, Clara, Samad e Alsana rappresentano la prima  generazione, quella che ha deciso di spostarsi per cercare un futuro migliore, per offrire ai propri figli una prospettiva di vita sicura.


Irie, Magid e Millat sono invece la seconda generazione, quella che si oppone alle opinioni dei genitori e che cerca di crearsi un futuro secondo le proprie decisioni.

Lo scontro è dichiarato i genitori che depongono grandi speranze nelle azioni dei figli, e questi che si oppongono perché vogliono essere padroni della propria vita.

Il focus è incentrato su due generazioni, ma per giustificare un presente complicato Zadie Smith ci riporta la testimonianza delle generazioni precedenti.

Il tema della migrazione

Il punto nevralgico del romanzo è il tema della migrazione. Zadie Smith ci offre una descrizione chiara della visione multietnica che caratterizza la Londra degli anni ’90.
Si evidenziano i conflitti generazionali che vedono protagonisti i genitori e i figli.
I primi che sperano che i figli seguano la guida che loro hanno programmato, e i secondi che non vedono altro scopo che trovare la propria identità lontano dai genitori.

Questo tema è molto importante non solo all’interno di Denti bianchi, ma anche perché sarà presente anche nei successivi romanzi dell’autrice, ed è ovviamente un tema che la riguarda da vicino dal momento che anche lei, come Irie Jones è inglese di origini giamaicane.

Zadie Smith
Zadie Smith

Dovete leggere Denti bianchi

Perché dovreste leggere un romanzo che ripercorre decenni di storia e ci offre gli strumenti per comprendere le difficoltà delle generazioni derivate dalle migrazioni? Perché no?

Davvero questo romanzo è un esordio sorprendente, per i temi, per la costruzione narrativa, per la scrittura. È stato pubblicato nel 2000 ma io sono sicura che al termine di questo secolo verrà selezionato tra la top ten dei libri da leggere.