Dasenka, vita di un cucciolo: perché Capek non parlava solo di robot
Il nome di Karel Capek non è sconosciuto a chi mastica fantascienza. Lo scrittore e drammaturgo ceco, infatti, è passato alla storia come l’inventore del termine “robot” (sebbene l’idea venne al fratello), che appare per la prima volta nel suo dramma utopico fantascientifico R.U.R. Sebbene i suoi robot siano molto distanti da quelli asimoviani, e molto più vicini ai replicanti di Dick, non saranno mai così anomali quanto lo scoprire che Capek era anche un florido scrittore di libri per bambini. Da immaginarsi, quindi, lo stupore da fan di fantascienza di vecchia data quando WoM mi ha proposto di recensire Dasenka, vita di un cucciolo. Scritto, illustrato e fotografato niente meno che da Capek stesso!
Scoprire poi che uno dei miei autori di riferimento scrivesse anche libri di giardinaggio, è stato ancora più disturbante, ma questa è un’altra storia. Ora concentriamoci su Dasenka a cui, come a tutti i cuccioli, non piace né essere ignorata, né aspettare.
Un cucciolo è: atleta, modello, uragano
La storia di Dasenka comincia come quella di tutti i cuccioli: dalla nascita, dalla scoperta di possedere degli occhi (e quindi del mondo) e dalla mamma e i suoi umani. Uno di quegli umani, però, è dotato di uno strano apparecchio, un grande occhio che sembra puntato su di lei, nel tentativo di immortalarne l’immagine. E allora quale miglior divertimento, per Dasenka, che ora ha scoperto le gioie della corsa, di schizzar via proprio all’udire del click?
Tranne quando l’umano racconta storie sull’antenato di tutti di Fox Terrier, però, Foxlik, che con il suo morso faceva scappare i draghi e con la sua robusta coda fronteggiava le lame affilate dei tiranni (perdendone un pezzettino, che poi va cercato per testimoniare la sua esistenza ai Bassotti, dice l’umano. Ma forse a Dasenka piace solo scavare nel terreno umido e affondarci il nasino nero). Allora, forse, si sta un poco fermi, a meno di non scorgere un passerotto svolazzare per il giardino, o la mamma passare e andare a giocare alla lotta con lei.
Dasenka, vita di un cucciolo, fa esattamente questo: racconta con spirito, ironia, e un po’ di disperazione, la vita di una cucciolotta di Fox Terrier dalla sua nascita fino alla partenza verso nuove avventure, con un altro gruppo di umani. Il tutto, corredato da un’ampia (per quanto permesso dalla giovane Dasenka, che si concede alla stampa con il contagocce) testimonianza fotografica e da adorabili disegni che rappresentano le prodezze della cagnolina.
Il libro si divide così in parti: dalla nascita alla scoperta del mondo, alle prodezze atletiche, all’evoluzione da palla di pelo a canide esuberante, alla difficoltà per la madre Iris di star dietro alla turbolenta pargola, fino alle favole che Capek racconta a Dasenka per farla stare ferma.
Dasenka, vita di un cucciolo: un libro di formazione
In un vociare e alternarsi di giochi, peripezie, avventure in giardino, esplorazioni di sapori nuovi e scherzetti, con un timbro scanzonato e adatto all’infanzia, Capek non racconta solo la vita di Dasenka, ma quella dei cuccioli tutti. Sì, anche dei cuccioli d’uomo, che come la vivace cagnolina esplorano, giocano e imparano attraverso l’attività ludica ad affrontare la vita.
Il sottotitolo “vita di un cucciolo” diventa così ancora più pregnante e pone davanti all’interrogativo su quante siano, in effettiva, le differenze interspecie. Soprattutto, istiga a riflettere sull’importanza pedagogica della dimensione del gioco, attraverso cui tutti i cuccioli – nessuno escluso – imparano per la prima volta a relazionarsi col mondo esterno. Un mondo che richiede attenzione, ma anche curiosità per addentrarsi nelle faglie dell’esistenza e riuscire a comprenderle.
Una nota in più è data dai disegni in bianco e nero che corredano le pagine e donano movimento al testo, entrando in contrasto con la staticità delle foto. L’apprendimento della capriola è splendidamente illustrato in un progressivo ruzzolare di una cagnolina d’inchiostro e quasi si può vederla fiutare in giro, non appena impara che il mondo è fatto di colori, odori e sapori.

Questo universo è stracolmo di cose che bisogna assaggiare, per verificare se possono essere masticate o eventualmente divorate; c’è una marea di stanze segrete in cui si possono fare esperimenti interessanti, per scoprire qual è il luogo migliore per fare la pipì.
L’esplorazione di Dasenka diventa la nostra. Il suo musetto di cucciola s’insinua negli anfratti più nascosti della casa, il suo corpo schizza rapido “nell’universo in cui non si potesse correre a perdifiato“. Esattamente come i bambini, che scattano, esplorano, si mettono fiduciosi in pericolo per essere poi avvolti da una coperta calda e, anche se il premio non è un nasino umano da mordicchiare, trovano consolazione dalle loro peripezie nell’abbraccio dei genitori.
Dasenka, vita di un cucciolo è quindi uno splendido libro per bambini e adulti, magari da leggere insieme, che affascina e intenerisce davanti alla qualità del testo, delle foto e dei disegni (e della stampa), avviluppando il lettore nella dimensione dell’infanzia da cui, un po’, non si vorrebbe uscire.
Giulia Manzi
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