Il dottor Mendicò improvvisamente si sentì stanchissimo, con le gambe indolenzite e le braccia formicolanti. Era rimasto nella stessa posizione per più di un’ora, le mani della Mennulara strette fra le sue, accarezzandole le dita con un movimento circolare e delicato, incessante. Sollevò la mano destra, lasciando a palma aperta sul lenzuolo la sinistra, su cui poggiavano quelle ancora tiepide della defunta.

Inizia con la morte della protagonista l’esordio di Simonetta Agnello Hornby.
La mennulara è stato pubblicato da Feltrinnelli nel 2002, ha vinto diversi premi letterari come il Premio Stresa di Narrativa e il Premio Alassio Centolibri, e a distanza di diciannove anni attira ancora molti lettori.

Simonetta Agnello Hornby racconta che ha iniziato a scrivere quasi per caso, in un aeroporto, dove le viene l’idea del suo primo romanzo, La mennulara.

La mennulara nasce quindi da un caso, ma rivela il grande talento che la scrittrice già possedeva.

Chi è Simonetta Agnello Hornby

Simonetta Agnello Hornby è nata a Palermo, e seppur vive da tanti anni a Londra, ambienta molti suoi romanzi nella sua terra Natale. A Londra svolge la professione di avvocato, ha fondato un suo studio legale nel quartiere di Brixton con il quale su impegna maggiormente a favore della comunità nera e musulmana.

La mennulara, al secolo Maria Rosalia Inzerillo

In giovane età Maria Rosalia Inzerillo è stata una raccoglitrice di mandorle, proprio per questo tutti la chiamano La mennulara.

A Roccacolomba la mennulara ha lavorato sodo, domestica per anni della famiglia Alfallipe, si è guadagnata la loro fiducia arrivando ad amministrarne il patrimonio.

Grazie alla sua dedizione e al suo comportamento, in paese rappresenta una figura tenuta a distanza, da alcuni con rispetto e ammirazione e da altri con sospetto e malizia.

Si sa, le dicerie corrono veloci, e si fa presto a parlare male, ma una cosa è certa, senza la mennulara la famiglia Alfallipe non sarebbe stata in grado di valorizzare il proprio patrimonio così come ha saputo fare lei.

La mennulara: un romanzo senza protagonista

La narrazione si caratterizza per ciò che rimane dopo la morte della protagonista.

È il 23 settembre 1963, il medico tiene strette le mani della protagonista sul letto di morte.

Ora che la mennulara è morta si susseguono gli interventi degli altri personaggi del romanzo, e abitanti di Roccacolomba, con i loro pensieri riguardo la protagonista.

Accese discussioni su chi era e cosa faceva la mennulara, è ciò che resta di una vita passata sotto gli occhi di chi l’ammirava e chi la detestava.

Il romanzo quindi è un esempio sorprendente di costruzione narrativa su un personaggio affascinante che non c’è, tutto ciò che rappresenta la protagonista è dato da ciò che ne resta nei pensieri degli altri.

Un romanzo al passo con i tempi

Nel 2018 Feltrinelli ha pubblicato un edizione de La mennulara in versione graphic novel, che appunto si basa sull’omonimo romanzo ed è illustrata da Massimo Fenati.

smart

La graphic novel rappresenta certamente un linguaggio differente rispetto alla forma narrativa tradizionale del romanzo, ma offre anche la possibilità di apprezzare in modo diverso la vicenda narrativa de La mennulara.
Le illustrazioni di Massimo Fenati valorizzano il contenuto narrativo.

Se non conoscete ancora questa scrittrice vi consigliamo di iniziare proprio dal suo esordio. La mennulara è un romanzo che anticipa tutte le tematiche che l’autrice tratterà anche in quelli successivi.

Lo stile delicato e limpido è sostenuto da una scrittura intensa e ricca.