Altre voci altre stanze è il romanzo d’esordio di Truman Capote. Pubblicato nel 1948 rese immediatamente molto noto l’autore.
È un romanzo Immaginifico.
L’autore utilizza un registro narrativo elaborato, ma sicuramente interessante.
È frequente trovare descrizioni dettagliate dei personaggi, degli ambienti e così è facile perdere il filo del discorso, ma allo stesso tempo la trama è avvincente.
Altre voci altre stanze si colloca nel genere southern Gothic, ed è caratterizzato da un’atmosfera di isolamento e decadente, a tratti riporta elementi autobiografici. Capote scrive una storia surreale e incantata.
Era troppo bello, troppo delicato, troppo pallido; i suoi lineamenti erano troppo perfetti e sensibili, e una dolcezza femminile addolciva i grandi occhi neri. I capelli castani, tagliati corti, avevano striature dorate. Un’espressione di stanchezza implorante gli velava il viso sottile, e le sue spalle erano un po’ piegate, come quelle di una persona anziana. Indossava lunghi pantaloni di tela bianca stazzonati, una camicia azzurra e sgualcita dal colletto aperto, e scarpe gialle molto malandato.
Joel Harrison Knox ha tredici anni, il padre non lo ha mai conosciuto. Ha da poco perso la madre ed è andato a vivere con la zia Ellen a New Orleans.
La zia Ellen riceve delle lettere da parte del padre di Joel, Ed Samson che venuto a conoscenza della recente perdita che il figlio ha subito esprime la volontà di riprendersi le responsabilità paterne.
Una lettera in particolare sarà determinante, nella quale l’uomo dichiara di voler riavere con sé il figlio, e che è disposto ad ospitarlo nella sua residenza, chiamata Skully’s landing.
La zia acconsente, così Joel parte per raggiungere il padre.
Altre voci altre stanze: Un viaggio travagliato
Il viaggio non sarà certo facile, così il protagonista è costretto a chiedere informazioni riguardo la destinazione a grotteschi personaggi che incontra sul suo percorso.
Arrivato a Noon acity accetta il passaggio di un vecchio signore, Jesus Fever, che lo scorta fino all’abitazione del padre.
Durante il viaggio conosce due gemelle, due coetanee, Florabel e Idabel, una delicata e gentile, l’altra irruente e sgraziata, ma terribilmente irresistibile per Joel che si scoprirà attratto da lei.
Arrivato di notte a destinazione Joel viene accolto dall’attuale moglie del padre.
Il desiderio di incontrare il padre
Quando si sveglia si ritrova in un ambiente che non conosce e nel quale si sente fuori posto.
Nasce in lui il desiderio di incontrare suo padre, ma la moglie è il cugino Randolph, di cui nessuno gli aveva parlato prima, cercano di non approfondire la questione dicendogli che il padre è molto malato e per il momento è meglio lasciarlo riposare.
Joel passa le sue giornate con il cugino Randolph, che gli fa discorsi strani con un lieve surrealismo. Oppure si ritrova in compagnia di Zoo, una ragazza a servizio nella casa che tutti chiamano Missouri, e che è la nipote di Jesus Fever.
Con il passare dei giorni Joel dimostra sempre più interesse nei confronti dell’incontro con il padre, ma riceve solo risposte evasive e inconcrete.
Cresce così in lui un’insoddisfazione e un’insofferenza che lo fanno stare male.
Un giorno, mentre si trovava in giardino vede una donna affacciata alla finestra di una delle stanze della casa.
Joel è sicuro di non averla mai vista prima, e una volta confidatosi con il cugino Randolph questo lo vuole convincere che sia stata solo una conseguenza dovuta al caldo, ma poi gli dice che si tratta di un fantasma, e che lui lo conosce molto bene.
Joel si sente solo e così scrive alla zia Ellen affinché lo riprenda con sé. Rimpiange quindi di essere partito.
Altre voci altre stanze: Un’atmosfera cupa e pesante
L’atmosfera decadente aleggia tra le pagine di questo romanzo, che ci fa vivere la vicenda con un angosciante curiosità.
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